Il fascismo è una grande mobilitazione di forze materiali e morali. Che cosa si propone? Lo diciamo senza false modestie: governare la Nazione. Con quale programma? Col programma necessario ad assicurare la grandezza morale e materiale del popolo italiano. Parliamo schietto. Non importa se il nostro programma concreto...non è antitetico ed è piuttosto convergente con quello dei socialisti, per tutto ciò che riguarda la riorganizzazione tecnica, amministrativa e politica del nostro Paese. Noi agitiamo dei valori morali e tradizionali che il socialismo trascura o disprezza; ma soprattutto lo spirito fascista rifugge da tutto ciò che è ipoteca arbitraria sul misterioso futuro.
Benito Mussolini

giovedì 15 dicembre 2011

CHI COMANDA?

io dico che è possibile tracciare il profilo netto del nemico, di chi tiene le redini di questo “mostro” che è il capitalismo e di chi ha voluto che la storia venisse manipolata secondo i desideri di profitto di pochi utilizzando lo sfruttamento dei molti. Non è un gioco a chi la spara più grossa o un tentativo di tirare il colpo a sensazione riproponendo le vecchie teorie della cospirazione nate per far sorridere la gente: qui la cospirazione c’è veramente ed è drammaticamente reale, esiste un’alleanza fra poteri economici che hanno deciso di deviare gli eventi al solo scopo di accrescere le proprie fortune. Nicholas Murray Butler, presidente della Columbia University, membro del Council of Foreign Relations e capo del British Israel disse: “Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero che fa produrre gli avvenimenti; un gruppo un po’ più importante che veglia alla loro esecuzione e assiste al loro compimento e infine una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che in realtà è accaduto”. Beh, quel piccolissimo gruppo in cima alla catena alimentare della società umana è il quartier generale del nemico principale.
Vi sono alcune famiglie nel mondo che possiedono tutte la maggiori banche internazionali e le maggiori multinazionali nei settori industriali chiave, decidono le politiche dei governi e comandano a bacchetta le principali istituzioni.
Ideatrice di questo sistema fu, all’incirca trecento anni fa, la famiglia Rothschild, famiglia di banchieri con l’hobby del dominio planetario. Già nel 1770 la teoria elaborata prevedeva la soppressione dei governi nazionali e la concentrazione del potere in organi sovranazionali gestiti da un ristretto gruppo di banchieri internazionali, nello specifico si indicavano le seguenti necessità: creare la divisione delle masse in campi opposti attraverso la politica, gli aspetti sociali, la religione, l’etnia e se necessario armarli e provocare incidenti in modo che combattano e si indeboliscano sempre più; corrompere e quindi rendere ricattabili politici e uomini di potere all’interno di ogni stato; scegliere i nuovi governanti tra gli elementi più servili; avere il controllo dell’istruzione così da instradare gli elementi migliori verso le attività di controllo; assicurarsi che le decisioni più importanti ad ogni latitudine siano confacenti al “progetto”; controllare la stampa per manipolare la gente attraverso l’informazione. Nel 1871 il piano viene ulteriormente completato con la teoria delle tre guerre mondiali (elaborata da Albert Pike), guerre che avrebbero dovuto generare un tale desiderio di pace da far accettare a tutti i popoli un unico governo mondiale. Secondo il piano la prima guerra mondiale sarebbe servita a stabilire il controllo totale su Europa, Stati Uniti d’America e Russia; la seconda guerra mondiale avrebbe dovuto consentire la creazione di due blocchi contrapposti e la nascita di Israele; la terza prevedeva il conflitto finale fra paesi islamici e Israele con il seguito di alleati. Manca quindi solo più un tassello alla realizzazione del loro progetto. In quasi 300 anni di attività queste famiglie hanno affinato tecniche e sistemi di controllo, hanno basato la loro strategia sul potere del denaro e del sistema bancario per strangolare paesi e intere ragioni della terra. Queste famiglie che controllano il pianeta attraverso i loro potentati economici sono: Astor, DuPont, Rockefeller, Rothschild, Van Duyn, Warburg, Lazard, Kuhn-Loeb, Goldman Sachs, Israel Moses Seif, Paterson, Morgan, Hammer e Goldsmith.
Il governo del mondo avviene attraverso i gruppi decisionali legati alle famiglie che dettano le politiche attraverso i loro uomini nelle istituzioni. I principali gruppi di studio dove si elaborano le scelte che ci piovono sulla testa sono: Aspen Institute, Gruppo Bilderberg, Bohemian Grove, Centro Studi Strategici e Internazionali, Club di Roma, Council on Foreign Relations, Fondazione Rockefeller, Skull&Bones, Trilateral Commission. Gli esecutori degli ordini sono: Organizzazione di Cooperazione e di Sviluppo Economico, NATO, Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale, WTO, Federal Reserve, Banca Centrale Europea.
Circa l’80% di tutte le ricchezze del mondo è nelle mani del 2% delle famiglie. Famiglie che non appaiono mai sui media, nemmeno nelle classifiche sugli uomini più ricchi, poiché esse sono talmente ricche e potenti da doversi nascondere. Queste famiglie decidono su cosa e come investire, cosa produrre e dove. Agiscono senza alcuna morale né limite legislativo. Decidono guerre e comprano paesi interi. Questa è la triste realtà dell’economia mondiale, che vi piaccia oppure no a loro non interessa.
Chiedo solo una cortesia ai lettori: controllate i punti dei programmi, confrontate i fatti e le decisioni prese nella storia dal 1800 ad oggi, i nomi indicati e cercate di sgombrare la mente da tutte le bugie con cui vi hanno nutrito fin dalla nascita. Traetene le conclusioni: il nemico principale è lì.

Emiliano

martedì 6 dicembre 2011

E' BENE SAPERE CHE CI SONO...

Aziende Israeliane presenti in Italia:

- CARMEL (frutta e verdura)
- JAFFA (frutta e verdura)
- KEDEM (avocadi)
- CORAL (ciliege)
- TOP (frutta e verdura)
- BEIGEL (biscotti)
- HASAT (agrumi)
- SABRA (cibi pronti)
- OSEM (cibi pronti)
- DAGIR (conserve pesce)
- HOLYLAND (miele, erbe)
- AMBA (conserve)
- GREEN VALLEY (vino)
- TIVALL (prodotti vegetariani)
- AGROFRESH (cetrioli)
- JORDAN VALLEY (datteri)
- DANA (pomodori e ciliege)
- EPILADY (apparecchi depilazione)
- AHAVA (cosmetici)

MULTINAZIONALI CHE SOSTENGONO ATTIVAMENTE LO STATO DI ISRAELE:

- COCA-COLA (aquarius, cherry coke, fanta, nestea, sprite, minute maid,
tropical)
- DANONE (arvie, badoit, belin, bledina, phosphatine, chipster, evian,
galbani, gervais, heudebert, LU, taillefine, volvic)
- NESTLE' (aquarel, cheerios, crunch, frigor, friskies, galak, golden grahams,
kit-kat, maggi, mousline, nescafè, ricorè, quality street, vittel, perrier,
buitoni)
- INTEL (informatica)
- L'OREAL (biotherm, cacharel, giorgio armani, lancome, vichy, roche-posay,
garnier, rubinstein, gemey-maybelline, jean-louis david, redken 5th avenue,
ralph lauren, ushuaia)
- ESTEE LAUDER (aramis, clinique, la mer, DKNY, tommy hilfiger)
- LEVI STRAUSS (celio)
- TIMBERLAND
- DISNEY
- NOKIA
- MCDONALDS
- CATERPILLAR
- UNILEVER
- ACCORHOTEL (etap, ibis, mercure, novotel, sofitel)

AZIENDE ITALIANE CHE HANNO RICHIESTO E OTTENUTO ALLA COMUNITA' EBRAICA LA
CERTIFICAZIONE KOSHER

- AMARETTO SARONNO
- FERRERO
- SAN BENEDETTO
- ZUEGG
- BARILLA
- AGNESI
- LOACKER
- MUTTI
- L'ANGELICA
- PERUGINA
- DIETORELLE
- MELEGATTI
- ICAM
- DIVELLA
- DOLCEAMARO
- COLAVITA
- ALISUD
- BINGO
- TOTTIS
- MATALUNI
- CRICH
- NOVA FRUTTA
- CALLIPO
- COSTADORO
- BOLERO
- MAKPROGRES
- SORINI
- CONTI CONFETTERIE
- OSCAR
- PERNIGOTTI
- MOLINO BORGO SAN DALMAZZO
- SOLANIA
- CONSERVE FRANZESE
- VOZA
- EURONUT
- VALLI ESTENSI
- AGRUMIGEL

venerdì 25 novembre 2011

Israeliani brava gente...

Seguendo le notizie israeliane ed ebraiche ci viene rivelato un fatto devastante, che non ci sono ‘soltanto’ i soldi. Ci potrebbero essere anche gli organi umani. Qualche settimana fa siamo venuti a conoscenza di un gruppo di rabbini americani che erano stati arrestati nel New Jersey con il sospetto di traffico di organi umani (oltre a molti altri crimini). Il rabbino Levy Izhak Rosenbaum, si legge, adescava “persone vulnerabili per convincerli a vendere un rene a 10,000 dollari, che lui avrebbe poi facilmente rivenduto a 160,000 dollari”.
[...]
Per anni abbiamo sentito le accuse dei Palestinesi che Israele era “coinvolto nel traffico di organi”. Abbiamo inoltre appreso che la famiglia di Alastair Sinclair, un turista scozzese che si è impiccato in una prigione israeliana, “è stata costretta ad intentare causa perché ritornasse a casa. Con alcune parti del corpo mancanti”.

Nel 2002 il Teheran Times ha riportato: “lo stato sionista ha tacitamente ammesso che i medici dell’istituto di medicina legale israeliano di Abu Kabir avevano espiantato gli organi vitali di tre ragazzini palestinesi uccisi dall’esercito israeliano dieci giorni fa. Il ministro della sanità sionista Nessim Dahhan ha detto in risposta alla domanda di martedì scorso di Ahmed Teibi, un membro arabo del parlamento sionista ‘Knesset’, che non poteva negare che gli organi dei giovani e dei bambini palestinesi uccisi dalle forze israeliane venissero espiantati per i trapianti o per la ricerca scientifica”.

Ma adesso la notizia del traffico di organi umani israeliano si sta diffondendo attraverso i principali media occidentali. Il più grande quotidiano online israeliano, Ynet, ha riportato oggi che “il maggiore quotidiano svedese Aftonbladet affermava in uno dei suoi articoli che i soldati dell’IDF uccidono i Palestinesi per commerciarne gli organi”.

Alcune settimane fa abbiamo avuto un dibattito sul PTT [Palestine Think Tank] sulla questione se il Sionismo è o meno un apparato coloniale. Una delle argomentazioni materialistiche contro la percezione del Sionismo come una pratica coloniale era che la Palestina non è mai stata economicamente molto allettante; non ha il petrolio, l’oro né i minerali. Ma adesso potrebbe cambiare tutto. Le persone che si specializzano nel furto di organi potrebbero trovare il loro paradiso in Palestina.
[...]
In fin dei conti, dopo che abbiamo visto l’esercito israeliano scaricare enormi quantità di fosforo bianco sulla popolazione civile in pieno giorno, dopo che abbiamo visto gli Israeliani radunarsi in massa allegramente sulle colline intorno a Gaza solo per vedere come i loro militari spargono la morte e la sofferenza fisica alla maniera di un genocidio, e dopo che abbiamo letto che il 94% degli Israeliani hanno sostenuto la campagna militare dell’IDF contro gli anziani, le donne e i bambini, la gran parte dei quali erano rifugiati senza nessun posto dove scappare e cercare altro rifugio, il furto di organi sembra un “crimine leggero”.

Se le accuse del quotidiano svedese sono veritiere o meno deve ancora esserci rivelato. Tuttavia, almeno un fatto è stato già appurato: dopo così tanti anni dell’inclinazione occidentale di danzare sulle note dell’incessante violino piangente la serenata della vittima malinconica ebrea, i media occidentali stanno cambiando i loro gusti adesso, e sono intenzionati a confrontare la criminalità istituzionale ebraica.

Piuttosto che parlare dell’aumento dell’antisemitismo, faremmo meglio a parlare della crescita del criminalità istituzionale ebraica.

Gilad Atzmon
Fonte: http://palestinethinktank.com/

“SACCHEGGIATI GLI ORGANI DEI NOSTRI FIGLI"

Mi potreste chiamare un “mediatore”, ha detto Levy Izhak Rosenbaum, di Brooklyn, negli USA, in una registrazione segreta con un agente dell’FBI, che credeva fosse un cliente. Dieci giorni dopo, verso la fine del luglio scorso, Rosenbaum è stato arrestato ed è stato rivelato un grosso affare di riciclaggio e di traffico illegale di organi, stile “I Soprano”. L’attività di intermediazione di Rosenbaum non aveva niente a che fare con il romanticismo. Consisteva solo nell’acquisto e nella vendita di reni da Israele sul mercato nero. Rosenbaum dice che compra i reni a 10 000 dollari dalle persone indigenti. Poi procede a vendere gli organi ai pazienti disperati negli Stati Uniti a 160 000 dollari. Le accuse hanno scosso l’attività dei trapianti in America. Se corrispondono a verità, vuol dire che il traffico di organi è stato documentato per la prima volta negli USA, dicono gli esperti al New Jersey Real-Time News.

Alla domanda sul numero di organi che ha venduto, Rosenbaum risponde: “Davvero molti. E non ho mai fatto fiasco”, dice vantandosi. L’attività va avanti da parecchio tempo. Francis Delmonici, professore di chirurgia dei trapianti a Harvard e membro del consiglio di amministrazione della National Kidney Foundation, dice allo stesso quotidiano che il traffico di organi, simile a quello riportato da Israele, esiste anche in altre parti del mondo. Secondo Delmonici da 5000 a 6000 operazioni all’anno, il dieci per cento circa dei trapianti di reni nel mondo, vengono effettuate illegalmente.

I paesi sospettati di queste attività sono il Pakistan, le Filippine e la Cina, dove gli organi verrebbero espiantati dai corpi dei prigionieri giustiziati. Ma i Palestinesi nutrono anche forti sospetti che Israele catturi i giovani per impinguire le riserve di organi del paese – un’accusa molto grave, con tanti punti interrogativi da indurre la Corte Internazionale di Giustizia (CIG) ad avviare un’inchiesta sui possibili crimini di guerra.

Israele è stato più volte nel mirino per i suoi modi non etici di gestione degli organi e dei trapianti. La Francia è stata uno dei paesi che ha cessato la collaborazione di organi con Israele negli anni novanta. Il Jerusalem Post ha scritto che “ci si aspetta che gli altri paesi europei seguano presto l’esempio della Francia”.

La metà dei reni trapiantati sugli Israeliani dall’inizio del 2000 sono stati acquistati illegalmente dalla Turchia, dall’est europeo o dall’America latina. Le autorità sanitarie israeliane hanno la piena consapevolezza di questa attività ma non fanno niente per fermarla. Durante una conferenza nel 2003 è stato dimostrato che Israele è l’unico paese occidentale con una professione medica che non condanni il traffico illegale di organi. Il paese non prende provvedimenti legali contro i medici che partecipano a questo business illegale – al contrario, secondo il [quotidiano svedese] Dagens Nyheter i funzionari sanitari delle grandi strutture ospedaliere di Israele sarebbero coinvolti nella maggior parte dei trapianti illegali (5 dicembre 2003).

Nell’estate del 1992 Ehud Olmert, allora ministro della sanità, ha cercato di affrontare la questione dell’insufficienza di organi lanciando una grande campagna finalizzata all’inserimento del pubblico israeliano nel registro dei donatori di organi. Sono stati distribuiti mezzo milione di volantini nei quotidiani locali. Lo stesso Ehud Olmert è stato il primo a firmare. Un paio di settimane dopo, il Jerusalem Post ha riferito che la campagna era stata un successo. Non meno di 35 000 persone avevano firmato. Prima della campagna ce ne sarebbero state di norma 500 al mese. Tuttavia nello stesso articolo, il cronista Judy Siegel ha scritto che il divario tra la domanda e l’offerta era ancora grande. C’erano 500 persone in lista per il trapianto del rene, ma sono stati possibili solo 124 trapianti. Delle 45 persone in attesa di un fegato, solo tre sono potute essere operate in Israele.

Mentre la campagna era in corso, sono iniziati a scomparire dei giovani palestinesi dai villaggi della Cisgiordania e di Gaza. I soldati israeliani li riportavano morti dopo cinque giorni, con i corpi squarciati.

Le notizie dei corpi terrorizzavano la popolazione dei territori occupati. C’erano voci di un notevole aumento delle scomparse di ragazzi giovani, e dei conseguenti funerali notturni dei corpi sottoposti ad autopsia.

Ero in quella zona in quel momento, stavo preparando un libro. In svariate occasioni sono stato interpellato dai membri del personale dell’ONU preoccupati per gli sviluppi. Le persone che mi contattavano dicevano che il furto di organi avveniva sicuramente, ma che gli era impedito di intervenire in alcun modo. In occasione di un incarico da parte di una rete di emittenti televisive mi sono poi spostato per intervistare un grande numero di famiglie palestinesi in Cisgiordania e a Gaza – incontrando genitori che mi hanno raccontato come erano stati espiantati gli organi dei loro figli prima che fossero stati uccisi. Un esempio [delle persone] che ho incontrato in questo macabro viaggio è il giovane lanciatore di sassi Bilal Achmed Ghanan.

Era quasi mezzanotte quando è risuonato il rombo dei motori da una colonna militare israeliana dalla periferia di Imatin, un piccolo villaggio nelle parti settentrionali della Cisgiordania. I duemila abitanti erano svegli. Stavano immobili, aspettavano, come ombre silenziose nella notte, alcuni stavano stesi sui tetti, altri erano nascosti dietro le tende, i muri, o gli alberi, che fornivano protezione durante il coprifuoco pur offrendo una visuale completa di quella che sarebbe diventata la tomba del primo martire del villaggio. I militari avevano interrotto la corrente elettrica e l’area era ora una zona militarizzata isolata – neanche un gatto avrebbe potuto muoversi all’esterno senza rischiare la pelle. L’opprimente silenzio nel buio della notte era interrotto solo da qualche pianto sommesso. Non ricordo se tremavamo per il freddo o per la tensione. Cinque giorni prima, il 13 maggio 1992 un reparto speciale dell’esercito israeliano aveva usato la falegnameria del villaggio per un’imboscata. La persona che erano stati incaricati di fare fuori era Bilal Achmed Ghanan, uno dei giovani palestinesi che lanciano sassi e che rendevano difficile la vita dei soldati israeliani.

Come uno dei principali lanciatori di sassi, Bilal Ghanan era stato ricercato dai militari per un paio d’anni. Insieme ad altri ragazzi lanciatori di sassi si era nascosto sulle montagne intorno alla città Nablus, senza un tetto sopra la testa. Per questi ragazzi essere presi voleva dire tortura e morte – dovevano rimanere sulle montagne a tutti i costi.

Il 13 maggio Bilal ha fatto un’eccezione quando, per qualsivoglia ragione camminava non protetto vicino alla falegnameria. Neanche il suo fratello maggiore Talal sa perché ha corso questo rischio. Forse i ragazzi erano rimasti senza cibo e avevano bisogno di fare rifornimento.

Per il reparto speciale israeliano è andato tutto secondo i piani. I soldati hanno spento le sigarette, hanno messo da parte le loro lattine di Coca-Cola e hanno mirato con calma attraverso la finestra rotta. Quando Bilal era abbastanza vicino hanno dovuto solo premere il grilletto. Il primo colpo l’ha colpito al petto. Secondo gli abitanti del villaggio che sono stati testimoni dell’incidente gli avrebbero successivamente sparato un colpo a ciascuna gamba. Allora due soldati sono corsi fuori dalla falegnameria e hanno sparato a Bilal allo stomaco. Infine l’hanno afferrato per i piedi e l’hanno trascinato su per i venti gradini di pietra della scalinata della falegnameria. Gli abitanti del villaggio dicono che c’erano persone sia dell’ONU che della Red Crescent (Mezzaluna Rossa) nelle vicinanze che hanno sentito i colpi e che sono accorsi in cerca di feriti da soccorrere. Ci sarebbero state delle divergenze su chi avrebbe dovuto prendersi cura della vittima. Le discussioni si sono concluse quando i soldati israeliani hanno caricato Bilal gravemente ferito, su una Jeep portandolo alla periferia del villaggio, dove l’attendeva un elicottero militare. Il ragazzo è stato portato in una destinazione sconosciuta alla sua famiglia. È ritornato cinque giorni dopo, morto e avvolto in un tessuto verde ospedaliero.

Un abitante del villaggio ha riconosciuto il capitano Yahya, che era a capo della colonna militare che ha trasportato Bilal dal centro per le autopsie di Abu Kabir, fuori da Tel Aviv, al suo luogo finale di riposo. “Il capitano Yahya è il peggiore di tutti”, mi ha sussurrato nell’orecchio l’abitante del villaggio. Dopo che Yahya ha scaricato il corpo e ha sostituito il lenzuolo verde con un altro di cotone leggero, i soldati hanno scelto alcuni uomini tra i familiari della vittima per scavare [la fossa] e impastare il cemento.

Insieme ai rumori delle pale si potevano sentire le risate dei soldati che si raccontavano le barzellette mentre aspettavano di tornare a casa. Quando Bilal è stato sepolto gli è stato scoperto il petto. È stato subito chiaro per le poche persone presenti il genere di abuso che aveva subito il ragazzo. Bilal non è certo il primo giovane palestinese ad essere stato sepolto con uno squarcio dall’addome al mento.

Le famiglie in Cisgiordania e a Gaza erano certe di sapere esattamente quello che era successo: “i nostri figli vengono usati come donatori non volontari di organi”, mi hanno detto i parenti di Khaled di Nablus, come ha fatto anche la madre di Raed della città di Jenin e gli zii di Machmod e Nafes di Gaza, che erano tutti scomparsi per un certo numero di giorni, e che sono ritornati di notte, morti, dopo un’autopsia.

Perché tengono le salme fino a cinque giorni prima di lasciarcele seppellire? Che succedeva ai corpi in quel lasso di tempo? Perché fanno le autopsie contro la nostra volontà, quando la causa del decesso è ovvia? Perché restituiscono le salme di notte? Perché viene fatto con le scorte militari? Perché l’area viene isolata durante il funerale? Perché tolgono l’elettricità? Lo zio di Nafe era sconvolto e aveva tante domande.

I parenti dei Palestinesi morti non nutrivano più alcun dubbio sul motivo delle uccisioni, ma il portavoce dell’esercito israeliano ha affermato che le accuse di furto di organi erano menzogne. Ha detto che tutte le vittime palestinesi vengono sottoposte ad autopsia di routine. Bilal Achmed Ghanem è stato uno dei 133 Palestinesi rimasti uccisi in vario modo quell’anno. Secondo le statistiche palestinesi le cause dei decessi erano: colpito con arma da fuoco per strada, esplosione, gas lacrimogeno, investito intenzionalmente, impiccato in prigione, colpito con arma da fuoco a scuola, ucciso mentre era a casa, eccetera. Le 133 persone avevano da quattro mesi a 88 anni. Solo la metà di queste, 69 vittime, sono state sottoposte all’autopsia. La routine dell’autopsia per i Palestinesi uccisi, di cui parlava il portavoce dell’esercito, non ha riscontri con la realtà nei territori occupati. Gli interrogativi rimangono.

Sappiamo che Israele ha una grande necessità di organi, che c’è un grosso traffico illegale di organi che va avanti da molti anni, che le autorità ne sono al corrente e che i medici con posizioni dirigenziali nelle grandi strutture ospedaliere partecipano [al traffico illegale] insieme ai pubblici funzionari a vari livelli. Sappiamo inoltre che sono scomparsi dei giovani palestinesi, che sono stati riportati dopo cinque giorni, di notte, in assoluta segretezza, e ricuciti dopo aver subito un’incisione dall’addome al mento.

È il momento di fare chiarezza su questo affare macabro, di fare luce su quello che sta succedendo e su quello che si è verificato nei territori occupati da Israele dall’inizio dell’Intifada.

Donald Boström
Fonte: http://www.aftonbladet.se/

Tratto da: comedonchisciotte.org

mercoledì 16 novembre 2011

non dimentichiamo i fatti!

Il 23 Febbraio 1993 esplosero circa 500 chili di tritolo, contenuti in un furgoncino parcheggiato all’interno della Torre Nord del World Trade Center. Allora morirono sei persone, e ne restarono ferite più di trecento. Per questo attentato sarebbe stato arrestato, e poi condannato all’ergastolo, un arabo di nome Ramzy Yousef, che aveva ricevuto l’incarico di piazzare l’esplosivio da un ex-militare egiziano in pensione, tale Salem.
Si venne poi a sapere che in realtà Salem era stato assoldato e fornito dell’esplosivo direttamente dall’ FBI, che gli aveva detto trattarsi di una carica minima, intesa solo a collaudare le procedure di emergenza della Torre. Esiste infatti la registrazione di una telefonata, fatta segretamente dallo stesso Salem, nella quale egli protesta vivamente con il capo dell’FBI di New York, una volta resosi conto della potenza effettiva dell’esplosivo. Pare però che durante la telefonata Salem venga “convinto” a procedere comunque, anche se per fortuna Youssef parcheggiò poi il camioncino lontano dalle colonne centrali di supporto – come avrebbe voluto il piano originale – provocando  un danno molto minore del previsto. Salem fece poi avere il nastro della sua telefonata al New York Times e al Chicago Tribune, che ne parlarono un paio di volte, finchè il tutto ricadde nel più profondo silenzio mediatico.
VIGLIACCHI!

leggere con attenzione!

di Antonella Randazzo
disinformazione.it

Molte persone credono che le banche siano istituzioni che investono i risparmi dei clienti per produrre profitti. Non immaginano neppure lontanamente la vera natura dell’istituzione bancaria. Non associano affatto le crisi economiche, la disoccupazione o le guerre, al sistema finanziario, e quindi non comprendono la vera natura del potere che oggi vessa il mondo intero.
Per giungere alla verità basterebbe sapere che il denaro prestato dalle banche non esiste, è “moneta virtuale”, che pur non esistendo viene caricata di interessi. La banca crea denaro semplicemente scrivendo la cifra sullo schermo del computer, ma i pagamenti del debito devono essere puntuali, altrimenti si impadronisce dell’automobile o della casa, che sono beni reali.
Le banche hanno il potere di stampare denaro. Tale potere viene esercitato in segretezza. I mass media utilizzano parole e concetti per nascondere tale realtà. Ad esempio, parlano della Banca Europea come fosse legata all’Europa, e non dicono che essa è un’istituzione controllata da pochi privati. Lo stesso avviene per la Federal Reserve , il cui presidente viene nominato dal presidente americano, per dare ad intendere che si tratta di un’istituzione governativa. E invece essa è nelle mani di un gruppo di banchieri privati.
Oggi le banche hanno lo scopo principale di saccheggiare i paesi, fornendo banconote con su scritto “Pagabile a vista al portatore”, che in realtà non hanno alcun valore, ma producono debito.
Le banche indebitano gli Stati senza dare nulla se non pezzi di carta stampati. E i popoli si impoveriscono per pagare il debito pubblico che in realtà è una truffa. Ciò significa che noi paghiamo oltre l’1% del nostro Pil annuo ad un gruppo di persone che agiscono e dominano con metodi mafiosi.
Le leggi che regolano il sistema bancario occidentale sono irrazionali e disumane. Si persegue un profitto illimitato, a danno degli esseri umani.
L’élite finanziaria ha acquisito questo enorme potere attraverso i secoli, utilizzando tutti i mezzi possibili, compresi la guerra, lo sterminio e la criminalità. Con le guerre, le banche acquisiscono ulteriore potere, perché possono concedere prestiti ai paesi in guerra, e dopo la guerra finanzieranno la ricostruzione, ricavando altri profitti.
Il potere finanziario è stato sempre un potere imperiale, che mira ad assoggettare i popoli e ad accrescere il proprio dominio nel mondo.
Nel Settecento il potere finanziario era nelle mani dell’Olanda, che lo rafforzava con metodi violenti e predatori: commerciava schiavi e attuava altri commerci (zucchero, spezie ecc.) che fiorivano grazie alla manodopera schiavile. In seguito alle guerre napoleoniche, l’Inghilterra iniziò a rafforzarsi e a sottrarre all’Olanda il monopolio del commercio degli schiavi. I banchieri inglesi puntarono alla rivoluzione industriale. L’industria avrebbe accresciuto notevolmente i loro profitti, e li avrebbe trasformati in creditori, persino verso gli Stati Uniti. Questi ultimi utilizzeranno le due guerre mondiali per indebolire l’Europa e piegarla alle loro regole finanziarie. Lo sfruttamento dell’Africa, dell’Asia e del Sud America aveva permesso ai paesi europei e agli Stati Uniti di sviluppare la propria economia. Come spiega Maurizio Zenezini:
E’ sostanzialmente durante il secolo inglese che nasce il “terzo mondo”. Sono soprattutto i paesi asiatici e africani che perdono terreno rispetto all’Europa. E’ difficile negare che la crescita economica dei paesi occidentali a partire dal secolo diciannovesimo abbia contribuito in maniera netta a rallentare la crescita industriale dei paesi del Terzo Mondo…. L’esperienza coloniale ha effettivamente rappresentato un potente fattore di blocco dello sviluppo dei paesi in ritardo economico… un paese industriale come l’India fu trasformato nel XIX secolo nella "fattoria della Gran Bretagna". I paesi europei e gli Stati Uniti, pur aprendosi ai commerci internazionali nel corso del XIX secolo, poterono evitare il declino economico anche grazie a politiche protezionistiche e di difesa delle industrie nazionali… Stati Uniti, Regno Unito e Germania sono i protagonisti della storia economica del periodo che va dal 1870 alla prima guerra mondiale…. La Gran Bretagna , com’è noto, manteneva persistenti avanzi commerciali verso l’India, che dopo il 1870 divenne il primo mercato per le esportazioni industriali inglesi – le quali non trovavano sbocchi nei paesi europei e negli Stati Uniti, che adottarono politiche protezionistiche fino ai primi anni del XX secolo. Agli avanzi commerciali inglesi corrispondevano afflussi di capitali che la Gran Bretagna investiva con elevati rendimenti soprattutto negli Stati Uniti e impiegava per finanziare le importazioni dagli Stati Uniti e dalla Germania che stavano sviluppando industrie competitive al riparo delle tariffe protezionistiche in settori importanti come la chimica, la siderurgia e la meccanica… l’India poté diventare esportatrice di oppio verso la Cina e di materie prime verso la Gran Bretagna smantellando l’industria artigianale locale. Nello stesso momento in cui queste triangolazioni commerciali e finanziarie distruggevano le basi industriali dei paesi asiatici l’incorporamento dei piccoli contadini nei circuiti internazionali finanziari e delle materie prime e l’estensione della superficie destinata a produrre merci cash crops per l’esportazione a spese dell’agricoltura di sussistenza avviarono cicli di carestie e generarono situazioni di indigenza endemica.[1]
L’economia reale si basa sulla quantità di denaro in circolazione. Se c’è poco denaro la gente deve ridurre la spesa, le industrie riducono la produzione e licenziano, e questo riduce ancora di più il denaro da spendere. In questo modo si apre una crisi.
I grandi banchieri decidono se creare una crisi oppure no. Nel 1929, fecero aumentare i prezzi delle azioni, fino a quando raggiunsero livelli molto elevati. L’aumento vertiginoso doveva servire ad attrarre molte persone. A metà del 1929, ben nove milioni di americani avevano investito in borsa. A questo punto, i banchieri avevano tutto l’interesse a provocare la crisi. Il crollo sarebbe servito ad impossessarsi di una quantità enorme di beni (negozi, industrie, piccole banche, case, automobili ecc.) di coloro che non avrebbero più potuto pagare i debiti.
L’aumento o il ribasso azionario sono dovuti ad elementi di natura informativa o psicologica, e i banchieri possono controllare e condizionare le notizie che riguardano la Borsa.
Nell’ottobre del 1929, la caduta del valore delle azioni, provocata dai banchieri di Wall Street, produsse effetti devastanti. Le banche esigevano i pagamenti e i clienti non potevano pagare. Le industrie cessarono la produzione, e molte persone rimasero disoccupate. Piccole banche e industrie diventarono proprietà dei grandi banchieri che avevano innescato la crisi. Milioni di persone rimasero disoccupate o andarono in bancarotta, e alcune di esse si suicidarono.
La truffa del crollo del 1929 era stata compresa da Emile Moreau, governatore della banca di Francia, che l’8 febbraio del 1928 aveva scritto nel suo diario: "Le banche avevano ritirato improvvisamente dal mercato diciottomila milioni di dollari, cancellando le aperture di credito e chiedendone la restituzione".[2] I banchieri avevano agito in modo da bloccare l’economia, e questo si sarebbe riversato anche sul mercato borsistico. Sarebbe inevitabilmente scoppiata una grave crisi, che si ebbe il 29 ottobre del 1929.
La quantità di denaro da mettere in circolazione viene decisa dalle banche. Le banche possono alzare o abbassare il tasso di sconto, e così favorire o impedire i prestiti. I banchieri sono guidati da logiche di potere e di profitto. Il crollo di Wall Street doveva servire anche a mettere in crisi alcuni paesi europei, come la Germania , in modo tale da portare la popolazione alla disperazione, e aumentare le probabilità di un governo dittatoriale.[3]
Lo scorso 27 febbraio, il crollo della borsa di Shanghai, che ha fatto perdere al mercato cinese 107 miliardi di dollari, e ha causato in Europa la perdita di 270 miliardi e di 210 miliardi alla Borsa statunitense, è stato prodotto da informazioni e da speculazioni. Alan Greespan aveva parlato di una grave e imminente recessione negli Usa, e questo non poteva non produrre reazioni. I grandi banchieri manovrano le informazioni finanziarie e possono orientarle come vogliono, favorendo alcuni mercati e distruggendone altri. 
L’élite finanziaria statunitense si è imposta attraverso le due guerre mondiali. Nel 1944, le autorità statunitensi organizzarono la conferenza finanziaria internazionale di Bretton Woods (New Hampshire, Usa), per imporre al mondo il sistema valutario a loro favorevole. Il dollaro venne posto al centro del sistema finanziario, e poteva essere convertito in oro. Il prezzo del dollaro, fissato nel 1934, era di 35 dollari l’oncia (circa 1,1 $ al grammo), e rimase invariato fino al 1971.
Porre il dollaro al centro del sistema finanziario voleva dire poter condizionare e controllare l’economia di tutti i paesi del mondo. Molti di essi, alla fine della guerra, non avevano dollari nelle casse, e dovettero vendere parte del proprio oro al Tesoro americano, per avere i dollari per comprare generi alimentari, materie prime o macchine industriali. Nel 1948, la Francia negoziò la convertibilità della propria valuta in oro, e nel giro di alcuni anni anche gli altri paesi europei e il Giappone fecero altrettanto. Tutti i paesi furono costretti a versare al Fmi 1/4 della quota di partecipazione in oro, o il 10% delle proprie riserve d’oro in dollari. Il Fmi si appropriò in breve tempo di una quantità enorme di oro. Le autorità americane riuscirono ad impadronirsi del 70% di tutte le riserve mondiali di oro. Ma con lo sviluppo economico del Giappone e dell’Europa, le riserve diminuirono. Nel 1960 erano scese al 44% e nel 1971 si erano ridotte al 21%. Per questo motivo, le banche americane decisero di sganciare il dollaro dall’oro. Nell’agosto del 1971, l ‘amministrazione Nixon, unilateralmente, decise di abolire la convertibilità del dollaro in oro. Il prezzo del petrolio salì. Ciò provocò una crisi del sistema monetario internazionale e l’inflazione colpì soprattutto i paesi più poveri.
Nel 1979, nacque il sistema monetario europeo, che imponeva ai paesi membri di versare il 20% delle riserve in oro e il 20% delle riserve in dollari in cambio di Ecu, che poi diventeranno Euro. Di tutto questo beneficiava un sistema finanziario centrale, che era gestito da privati.
Firmando il trattato di Maastricht., anche l’Italia si è sottomessa a questo sistema, che oggi costa gran parte del nostro Pil, e impedisce al nostro paese un reale progresso economico.
Nel 1992, il governo Amato, per privatizzare la Banca d’Italia si rivolse alle tre grandi banche americane: la Merril Lynch , la Goldman Sachs e la Salomon Brothers. Il nostro paese venne messo nelle mani dei centri del potere finanziario, con tutto quello che ne sarebbe derivato.
Il nuovo sistema finanziario americano rendeva difficile per i paesi il controllo dei cambi, che diventarono fluttuanti e rendevano possibili speculazioni di ogni genere.
I banchieri americani avrebbero acquisito un potere mai avuto prima, producendo a volontà banconote senza alcun valore, che nel circuito finanziario avrebbero conservato il valore avuto in precedenza. Ciò ha creato una finanza selvaggia, sganciata da qualsiasi parametro reale, all’interno della quale tutto poteva diventare possibile e lecito.
La Federal Reserve non notifica più l’ammontare delle banconote stampate e messe in circolazione. Le famiglie americane si sono indebitate sempre di più, anche a causa della diminuzione dei salari, e molte di esse rischiano di non riuscire a pagare e di perdere casa e automobile, che saranno rilevate dalle banche.
I banchieri americani sono disposti a fare nuove guerre per impedire il crollo definitivo di un’economia basata sul debito. Essi hanno trasformato l’economia in un sistema assurdo e irreale, in cui le speculazioni permettono l’accumulazione di denaro, che non corrisponde a nessuna ricchezza reale e non è stato prodotto dal lavoro.
L’élite dominante ha cancellato il valore del lavoro e ha distrutto ogni riferimento economico e finanziario reale, per poter esercitare senza limiti un potere basato sull’arbitrio e sul crimine. Il sistema finanziario oggi ha accentrato il potere come mai prima, distruggendo il potere dei governi nazionali, e acquisendo potenzialità distruttive enormi.
Le banche hanno interesse a indebitare gli Stati e i singoli cittadini, per poter incassare il guadagno sul denaro prestato, e per avere il potere di condizionare le scelte politiche ed economiche. Per realizzare questi obiettivi, l’élite finanziaria ha messo in pratica una serie di strategie per indurre a privatizzare i beni pubblici. Ad esempio, utilizza le Borse per attuare speculazioni attraverso le quali controllare le aziende pubbliche, per farle crollare e rilevarle. La logica è sempre la stessa: prima indebolisci, rendi una società assai mal ridotta, fai in modo da indebitarla, infine la rilevi, e nel giro di alcuni anni puoi trarre profitti. E se i profitti non dovessero arrivare, puoi sempre chiedere denaro pubblico.
Le grandi banche hanno nelle loro mai il potere speculativo della Borsa. Il sistema borsistico è irrazionale e senza regole certe. La prevedibilità di questo sistema è nelle mani di chi lo controlla dall’alto, cioè dei grandi istituti bancari. Il 70% del credito speculativo mondiale è nelle mani di tre grandi banche: Morgan Stanley, Goldman Sachs e Ubs. Queste banche si valgono di conoscenze di natura sociologica e psicologica per condizionare i mercati e controllare l’economia. Il loro obiettivo principale è quello di accrescere ancora di più i loro capitali, spogliando i cittadini e le istituzioni. Come osserva l’Economist, i banchieri hanno sempre più ragioni per far si che il potere "torni nell’ombra". 
Le esigenze di accrescimento del capitale si accaniscono contro i salari, contro lo Stato Sociale e contro gli stessi risparmiatori.
Le guerre nel Terzo Mondo hanno avuto (e hanno) la funzione di seminare disperazione e miseria, per fare in modo che le corporation si appropriassero delle materie prime e della manodopera a basso costo. Il settore finanziario non deve essere separato da quello produttivo, perché in realtà si tratta delle stesse persone, che posseggono denaro per investire nell’industria, o produrre beni e servizi. La globalizzazione neoliberista era il progetto delle banche di accentrare nelle loro mani la ricchezza del mondo.
Negli ultimi secoli, le regole su cui l’intera economia si è basata sono state stabilite dai grandi banchieri. Ad esempio, nei primi decenni dell’Ottocento, i governi inglesi approvarono una serie di leggi che permettevano di espropriare i contadini per favorire lo sviluppo industriale, come avevano richiesto i banchieri e la Corona. Migliaia di contadini finirono in miseria o nelle galere, istituite appositamente per rinchiudere coloro che si sarebbero impoveriti e che costituivano manodopera in eccesso. Nel 1914, il ministro inglese Edward Grey disse ai Comuni: "E’ nostro dovere sostenere, nella misura dei nostri mezzi, l’autentico capitale inglese, dovunque esso ricerchi concessioni e si espanda nel mondo". Già da allora c’era il progetto di espansione nel mondo intero.
La crisi economica viene creata dalle banche, che cercano di fare in modo che vi sia quanto meno possibile denaro in circolazione. Ciò serve ad accrescere il loro potere, e ad indurre le persone ad avere uno stato d’animo depresso o assorbito dai problemi economici. Una tale condizione assoggetta ancora di più gli individui al sistema. 
Negli ultimi decenni, con la liberalizzazione, il settore finanziario si è rafforzato, permettendo ad alcuni alti guadagni, che in altri settori è più difficile avere. Per questo motivo, molti industriali hanno preferito abbandonare la propria attività per dedicarsi alle speculazioni finanziarie.
Le fusioni e le acquisizioni di gruppi multinazionali o banche, hanno prodotto guadagni per miliardi di dollari, e hanno concentrato la ricchezza nelle mani di poche famiglie. Oggi, l’80% delle ricchezze del mondo sono nelle mani del 2% delle famiglie.
Attraverso le guerre e le crisi finanziarie, le banche hanno ricolonizzato il Terzo Mondo, e hanno ridotto in miseria milioni di persone.
Ad esempio, lo Zambia è un paese ricco di risorse minerarie. I contadini, già nel periodo del colonialismo inglese, furono indotti ad abbandonare le terre per lavorare nelle miniere. Ma i salari erano bassi, e la povertà cresceva. Per "aiutarlo" intervennero la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale (istituti creati nel 1944 a Bretton Woods). Il debito aumentò, ma la povertà rimase, e anzi si aggravò. Il debito serviva ad assoggettare il paese, e non ad aiutare i poveri. Infatti, il denaro elargito era finito, in gran parte, nelle tasche di funzionari corrotti. Oggi lo Zambia è uno dei paesi più indebitati del mondo. Il suo debito pubblico ammonta a 6.758 milioni di dollari, dei quali il 55% deve essere restituito alle banche di paesi stranieri, e il 42% alla Bm e al Fmi (che sono istituti finanziari i cui azionisti sono per il 60% i banchieri anglo-americani). Il 70-80% degli zambiani vive sotto il limite della povertà (1 dollaro al giorno), mentre la ricchezza prodotta dal paese viene saccheggiata dalle banche. In condizioni analoghe sono stati ridotti parecchi altri paesi del Terzo Mondo, indebitati per alzare i profitti delle banche. Il potere finanziario sta distruggendo le possibilità di sviluppo economico ovunque.
Il sistema occidentale, diversamente da quello islamico, si basa sul profitto ricavato dal denaro stesso. Le guerre contro i popoli arabi devono la loro ragione d’essere, oltre che al saccheggio delle risorse energetiche, anche al timore che il sistema bancario arabo possa essere riconosciuto come migliore di quello occidentale. 
La cultura islamica non accetta il sistema bancario di tipo occidentale. I musulmani accettano l’idea del profitto che proviene dal proprio lavoro, ma rifiutano l’addebito degli interessi. La Shari’ah proibisce di guadagnare denaro sul denaro.
Dato che anche i musulmani hanno bisogno dei servizi bancari (per finanziare nuove imprese commerciali, per comprare una casa, per comprare una macchina, ecc.), è stato creato il sistema bancario islamico, che oggi ha oltre 100 banche in 40 paesi. Questo sistema è in espansione in Medio oriente, in Arabia Saudita e in molti altri paesi del mondo.
La banca islamica nasce alla fine dell’Ottocento, ma inizia ad affermarsi 30 anni fa, per poter applicare la Shari’ah anche nella gestione delle finanze. Le ricchezze delle banche islamiche, in forma di deposito, nel 1985, ammontavano a circa 5 bilioni di dollari, e nel 1994 erano salite a 60 bilioni di dollari.
Le banche islamiche esigono principi di trasparenza e di rispetto dei principi etici. Ad esempio, viene proibita la speculazione con un alto margine di incertezza, per proteggere i risparmiatori più deboli. Quindi speculazioni azionarie o futures sono considerati non-islamici. Inoltre vengono banditi commerci considerati immorali, come il commercio di alcol o la costruzione di casinò. Le banche islamiche non concedono prestiti per attività considerate immorali dal Corano.
Oggi si stanno diffondendo nel mondo sportelli bancari speciali per clienti musulmani, e anche le banche italiane stanno considerando questa possibilità. Persino grandi banche come la Dresdner , la Citibank e la Abn-Amro , hanno istituito rami aziendali che rispettano i principi della Shari’ah.
Le banche islamiche non finanziano il terrorismo perché è contrario ai loro principi etici, e sono soggette ai controlli delle autorità internazionali. Non sono mai stati dimostrati collegamenti fra banche islamiche e reti terroristiche, mentre sono emersi legami fra gli istituti di beneficenza in Arabia Saudita e il finanziamento ad al Qaeda. Anche gli Stati Uniti partecipano attivamente a finanziare al Qaeda attraverso la Cia. Spesso il finanziamento è mascherato da beneficenza o filantropia. Vengono utilizzati enti di beneficenza non soggetti a controlli o a regolamentazioni finanziarie. Ad esempio, il governo saudita ha fondato " La Lega Mondiale dei Musulmani" che ufficialmente sarebbe una fondazione con fini benefici, come dare assistenza ai musulmani. Ma in realtà si tratta di organizzazioni nate per sostenere finanziariamente e dal punto di vista organizzativo le reti terroristiche. La famiglia reale saudita e gli uomini più ricchi del paese versano somme notevoli per il terrorismo. Le autorità americane aggiungono altro sostegno organizzativo e altri finanziamenti.
Il "terrorismo" islamico è un’invenzione dell’élite occidentale, ed ha come obiettivo principale quello di dividere gli occidentali dagli arabi, criminalizzando la cultura araba attraverso i vecchi stereotipi coloniali dell’arabo fanatico e nemico dell’Occidente. 
L’élite finanziaria ha creato al Qaeda per additare un nuovo nemico che giustificasse le guerre, e per produrre diffidenza e razzismo verso i musulmani. Attraverso il "terrorismo islamico", si cerca di impedire che gli occidentali si avvicinino alla cultura araba, e comprendano il sistema delle banche islamiche.
Il controllo delle banche è soltanto apparentemente esercitato dai direttori delle banche, come il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke. In realtà dietro di essi ci sono i proprietari, che decidono le politiche da imporre. Si tratta delle famiglie dei grandi banchieri europei, come i Rockefeller o i Rothschild. Sono persone che non appaiono mai nei media, nemmeno quando riviste come Forbes fanno la classifica dei più ricchi. Queste persone sono talmente ricche e potenti da dover rimanere nascoste, perché se i popoli scoprissero le loro responsabilità sulla morte o sulla miseria di milioni di persone, il loro potere sarebbe in pericolo.
L’élite finanziaria sceglie anche l’assetto economico e lo modifica a proprio piacimento. Decide su cosa e come investire. Decide cosa produrre e dove. Sono i banchieri di Wall Street a decidere le guerre americane, e questo spiega anche perché si accaniscano così ferocemente contro gli arabi, che oggi sono gli unici a poter contrastare efficacemente il loro sistema di potere, attraverso l’alternativa delle banche islamiche.
Per garantirsi un potere duraturo, i banchieri controllano anche il settore energetico e bellico. Le guerre imperiali anglo-americane (sostenute da altri paesi europei come l’Italia), servono a distruggere la cultura islamica, ritenuta nemica del sistema bancario occidentale, e ad impedire ai popoli di scegliere un sistema alternativo che li liberi dalla schiavitù del sistema imposto dall’élite.
Le banche hanno un ruolo assai importante anche per quanto riguarda l’esistenza e la forza della criminalità organizzata. Il sistema bancario internazionale ricicla giornalmente almeno 300 milioni di dollari provenienti dal mondo del crimine organizzato. Le banche considerano questo denaro allo stesso modo del denaro ricavato da attività lecite. Come osserva Jean Ziegler, c’è ormai una "simbiosi pressoché totale tra capitali accumulati in maniera criminale e capitali legali".[4] Grazie al facile riciclaggio del denaro sporco, negli ultimi decenni, le mafie internazionali si sono notevolmente rafforzate ed estese.
L’Ufficio per il Controllo della Droga e la Prevenzione del Crimine delle Nazioni Unite, ha promosso il "Programma Globale per la lotta al riciclaggio di danaro ‘sporco’". Ma l’azione non potrà mai essere efficace senza la collaborazione delle banche. 
Oggi le grandi banche speculano su tutti i settori economici, in tutto il mondo. Ad esempio, nel 2006, la Goldman Sachs ha aumentato del 69% le proprie entrate, grazie a investimenti e guadagni commerciali dovuti ad attività che sfruttano in modo disumano la manodopera asiatica. Si è arricchita ulteriormente sulla sofferenza e sulla miseria umana. Così hanno fatto anche altre banche, come la Lehman Brothers e la Merril Lynch. Il potere raggiunto dalle banche ai nostri giorni è senza precedenti. Nemmeno i grandi dittatori della Storia passata avevano nelle loro mani così tanto potere. Le banche hanno acquisito la capacità di sovrastare i poteri statali, e di imporre politiche favorevoli soltanto ai loro interessi.
I dirigenti delle banche guadagnano cifre astronomiche. Ad esempio, il direttore generale della Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, ha guadagnato nel 2006 ben 53,4 milioni di dollari. Il mondo di queste persone è completamente avulso dalla realtà del lavoratore comune, che con poche migliaia di dollari deve sopravvivere e mantenere la famiglia.
Le banche sottraggono ai popoli le ricchezze materiali, il valore del lavoro e i vantaggi delle attività produttive. Rendono l’esistenza umana sempre più soggetta al problema della sopravvivenza, impedendo lo sviluppo culturale e umano dei popoli.
Le banche di Wall Street, come la Carlyle Group o la Goldman Sachs , finanziano e organizzano le campagne elettorali dei politici, e scelgono soltanto quei candidati che appoggeranno le loro politiche. Negli ultimi decenni le banche non hanno più trovato ostacoli nell’imporre la loro linea politica, che vede tagli nella spesa sociale, e privilegi di ogni genere soltanto per la classe ricca. A causa di ciò, la qualità della vita della maggior parte della popolazione è peggiorata. La disoccupazione è aumentata, e questo ha fatto abbassare i salari. La classe media si è impoverita, a causa della precarizzazione del lavoro e della disoccupazione.
Nel mondo di oggi, la più grave minaccia proviene dall’attuale sistema finanziario, che permette ad un gruppo di persone di agire senza alcun limite morale o legislativo. Oggi queste persone vorrebbero colpire l’Iran per estendere la guerra in Asia e a tutto il mondo islamico. L’obiettivo è distruggere coloro che avversano il loro sistema economico-finanziario, e avere nelle loro mani tutto il potere possibile. Lo stretto connubio fra banchieri, produzione bellica e politici, concentra un potere distruttivo mai avuto prima.
Le banche acquisiscono maggiore potere e ricchezza imponendo occupazioni militari o sistemi dittatoriali. Ad esempio, la Esso Mobil ha aumentato nel 2006, del 26% i suoi profitti grazie allo sfruttamento dei pozzi del Kuwait e dell’Arabia Saudita, paesi in cui sono state imposte dittature. I maggiori azionisti della Esso Mobil sono le grandi banche come JP Morgan & Co., Barclays e Mellon. La Total-Fina -Elf, gruppo petrolifero che sta producendo profitti in Iraq, è controllato da grandi banche come Mellon e Citigroup. 
La qualità della vita di tutti i lavoratori tende ad abbassarsi, e le istituzioni sono sempre meno centrate sul cittadino, dovendo pagare buona parte dei guadagni nazionali alle banche. I tagli alla spesa pubblica incidono sulla qualità dell’istruzione e dell’assistenza medica, e producono differenze fra chi può permettersi servizi a pagamento e chi no.
Le banche, dunque, esercitano oggi un potere enorme su tutta la popolazione mondiale, e intralciano in vari modi lo sviluppo culturale, morale, materiale e spirituale dei popoli. Nel Terzo Mondo fomentano guerre per produrre profitti, mentre nel Primo Mondo impediscono un maggiore benessere e reggono le redini della situazione economica. I politici sono subordinati a questo assetto, e oggi la loro abilità non consiste nel governare bene, ma nell’ingannare i popoli facendo credere di essere a loro servizio.
Le banche non sono istituzioni asettiche e neutrali come ci hanno fatto credere. Esse sono un canale attraverso cui un gruppo di persone ci controlla e crea una realtà funzionale ai loro interessi. La realtà attuale è condizionata in modo inimmaginabile da queste strutture, che dettano leggi e valori. Dal sistema finanziario deriva l’intera realtà economica, politica e sociale. Una realtà distorta, disumana, in cui le risorse umane trovano blocchi nei disvalori che producono estraneazione da se stessi. Una realtà in cui tutto dovrebbe ruotare intorno al profitto e all’interesse materiale, come se la vita umana potesse essere ridotta al meccanicismo e al materialismo.
Il sistema finanziario è stato creato da un gruppo di persone che hanno l’obiettivo di dominare sui popoli. Questo gruppo di persone ha creato le regole di base e le ha poste come assiomi, in modo tale che noi fossimo indotti a capire "come" funziona il sistema e non "chi lo ha creato così e perché". Coloro che pongono le regole e i parametri da cui non si potrebbe prescindere, sono anche coloro che ci inducono ad assumere i valori della realtà messa in gioco, condizionandoci attraverso presupposti impliciti, assunti come immodificabili. Il sistema è maggiormente condizionante quanto più se ne assumono i parametri di base in modo inconsapevole. Per questo è necessario capire questo sistema di dominio, imposto con la disinformazione e l’inganno. Un sistema che nessuno sceglierebbe liberamente.

martedì 15 novembre 2011

pubblico volentieri perchè condivido...

di Ida Magli
Italiani Liberi |
10.11.2011
No, Signor Napolitano, non sopporteremo una simile nauseante “furbata”. Creare all’improvviso un senatore a vita per far credere che si tratti di un politico e fingere così che l’Italia non si sia consegnata nelle mani dei banchieri, è un sotterfugio intollerabile. Quale disprezzo per i poveri Italiani! Quale disprezzo per la Repubblica e per la politica! Abbiamo, dunque, così la misura della spaventosa miseria civile e morale dei nostri “rappresentanti”. La Bibbia afferma che “Dio vomita gli ipocriti”. Sono certa che non ha mai vomitato tanto.
  Senatore a vita il signor Mario Monti? Un cittadino benemerito della Repubblica e di specchiati costumi? Forse non tutti i cittadini lo sanno o se lo ricordano (e su questa ignoranza ha contato, oltre che sul complice silenzio dei politici e dei giornalisti, Giorgio Napolitano nel nominarlo) che Mario Monti è stato costretto, nella sua qualità di Commissario europeo sotto la presidenza Santer, a dare le dimissioni “per l’accertata responsabilità collegiale dei Commissari nei casi di frode, cattiva gestione e nepotismo” messi in luce dal Collegio di periti nominato appositamente dal Parlamento Europeo. La Relazione fatta da questi Saggi al Parlamento, nonostante la prudenza del linguaggio ufficiale, fa paura. Si parla infatti dell’assoluta mancanza di controllo nella “rete di favoritismi nell’amministrazione”, di “ausiliari esterni” e di “agenti temporanei”, di “minibilanci espressamente vietati dalle procedure amministrative”, di “numerosissimi esterni fuori bilancio, ben noti all’interno della Commissione con il soprannome di sottomarini”, che operano con “contratti fittizi”, dietro “raccomandazioni e favoritismi”; di abusi che hanno comportato, con il sistema dei “sottomarini” l’erogazione non controllata di oltre 7.000 miliardi nell’ambito dell’Ufficio Europeo per gli Aiuti umanitari d’Emergenza (miliardi usciti dalle nostre tasche, naturalmente, e che dovevano andare, ma non ci sono arrivati se non in minima parte, ai bambini della Bosnia, del Ruanda morenti di fame). Evidentemente Mario Monti è inamovibile, o meglio può perdere un posto soltanto per guadagnarne uno migliore. Nel 1999, al momento di una caduta così ignominiosa, ha provveduto la successiva Commissione, con presidente Romano Prodi, a riconsegnargli il posto di Commissario. Cose che succedono soltanto nell’onestissimo ambito delle nostre istituzioni politiche. I semplici cittadini vanno sotto processo per gli ammanchi, o come minimo perdono l’incarico.
  Perché mai, dunque, dunque, dovremmo affidare a questo signore i nostri ultimi beni? In omaggio, forse, al truffaldino sotterfugio inaugurato dalla Presidenza della Repubblica? I politici che lo voteranno come capo del governo sappiano che, visto che non possediamo nessun altro potere, annoteremo ogni loro “Sì” per cancellare per sempre il loro nome da qualsiasi futura elezione.
Ida Magli
10 novembre 2011

venerdì 11 novembre 2011

MARIO MONTI ?!

- PRIMO PRESIDENTE DEL "BRUEGEL" (GRUPPO DI POTERE FINANZIATO DA 16 PAESI E 28 MULTINAZIONALI). - PRESIDENTE EUROPEO DELLA "TRILATERAL COMMISSION" (GRUPPO DI POTERE AMERICANO-SIONISTA FONDATO DALLA FAMIGLIA ROCKEFELLER).
- MEMBRO PERMANENTE DEL "BILDERBERG GROUP" (IL MAGGIOR GRUPPO DI POTERE A LIVELLO MONDIALE, SEMPRE DI ISPIRAZIONE AMERICANO-SIONISTA).
- DIRIGENTE DI GOLDMAN SACHS (BANCA SIONISTA)

...E questo dovrebbe essere l'uomo per uscire dalla crisi? Questo è uno degli uomini che ha generato la crisi!
VERGOGNA!

Faccio una proposta: diamo la cittadinanza onoraria di Israele a Monti e spediamolo fuori dal territorio italiano...noi dei servi delle banche non sappiamo proprio che farcene.

martedì 1 novembre 2011

L'IDEA SEMPRE L'IDEA...

Il fascismo è emozione, teoria, pratica; è sentimenti, idee e azioni; è qualche cosa di sentito, qualche cosa di pensato e qualche cosa di fatto; è ispirazione spirituale, sostanza di dottrina e sistema di politica di Stato. Esso è moralmente risoluto e intellettualmente preciso. Le sue ultime sorgenti vanno ricercate nella storia e nella coscienza italiana.

lunedì 5 settembre 2011

comunicato MFL-Campania

Il Movimento Fascismo e Libertà, nella figura del Vice Segretario Nazionale, Andrea Chessa, e del Federale Regionale della Campania, Raffaele Balsamo, in merito alla situazione del MFL in Campania esprimono quanto segue, pregando tutti i camerati e tutti i simpatizzanti del Movimento di prendere nota della presente e di darne la più ampia diffusione possibile.
Diversi mesi fa la dirigenza MFL fu contattata da un individuo, tal Marco Macrì di Napoli, che ci disse di essere interessato a collaborare con noi per le attività del nostro Movimento in Campania. Dopo diversi contatti in cui il suddetto ci palesava esplicitamente le sue intenzioni di tesserarsi con noi e collaborare, contattato dal dirigente regionale campano, Raffaele Balsamo, il Macrì – come da egli stesso riferito chiaramente: poco propenso a seguire le direttive del legittimo dirigente regionale campano, Raffaele Balsamo per l’appunto- si lasciava andare a tutta una serie di improperi e di insulti, nonché anche minacce fisiche, nei confronti del Balsamo, per poi sparire completamente nel nulla.
In questo ultimo periodo, però, sembra che il Macrì sia ritornato più fastidioso che mai. Ed ha cominciato a millantare immediati tesseramenti; l’apertura di sedi in tutto il territorio campano da lui gestite e dirette; riunioni da lui convocate, presiedute e dirette per rilanciare, a suo dire, l’attività del movimento; la creazione, su Facebook e chissà dove altro ancora, di gruppi e di pagine a sostegno del Movimento Fascismo e Libertà, spesso e volentieri con contenuti ideologico-politici che con il nostro Movimento non hanno nulla a che fare.
Fino ad ora abbiamo lasciato il Macrì alle sue battaglie virtuali ed ai suoi proclami sul noto sito Facebook, aspettando di vederlo impegnato in qualche attività reale, che non riguardasse le sue farneticazioni da tastiera. Eravamo convinti che un personaggio di tal genere, per quanto considerato totalmente inaffidabile e menzognero, non potesse fare danni particolari. Ma quando veniamo a sapere che il Macrì esterna ai quattro venti, senza alcun pudore nè vergogna, l’intenzione di tesserarsi al Movimento con qualche altro suo compare per poi prendere il controllo dello stesso ed estromettere il legittimo e valido dirigente regionale Raffaele Balsamo, e fare “tutto a testa nostra nel nostro quartiere”, come egli stesso scrive con accenti vagamente mafiosi, la misura è colma.
Si precisa pertanto che: da questo momento in poi Marco Macrì, e chiunque altro che riterremo appartenente alla sua cerchia o sodale con lui nei suoi ridicoli e stupidi propositi golpisti, deve essere considerato totalmente estraneo al nostro Movimento e non tesserabile, nè ora nè mai. Qualunque dichiarazione del Macrì, sia privata che pubblica che a mezzo internet, è un parere solo ed esclusivamente del Macrì stesso e non del Movimento Fascismo e Libertà o di qualcuno dei suoi militanti o simpatizzanti. Pertanto tutti i siti internet, blogs o pagine su Facebook creati da questo individuo, sono da ritenersi una iniziativa personale del Macrì e non legata in alcun modo al Movimento Fascismo e Libertà.
Si diffida, pertanto, il Marco Macrì dall’utilizzare impropriamente il nome e il simbolo del Movimento Fascismo e Libertà, non avendone alcun titolo e alcuna legittimazione. Il Movimento Fascismo e Libertà non esiterà, se necessario, ad adire anche le vie legali.
Si richiede, inoltre, che i nostri militanti e simpatizzanti interrompano immediatamente ogni contatto con Marco Macrì.
Andrea Chessa – Vice Segretario Nazionale per le Isole del Movimento Fascismo e Libertà
Raffaele Balsamo - Federale Regionale Campania

lunedì 1 agosto 2011

Mario Carli - Fascismo Intransigente

Ci accusano di usare più abitualmente, contro i nostri avversari, l'invettiva e l'ingiuria che non l'argomentazione meticolosa e guardinga. Che volete? Noi non siamo professori: non abbiamo la consuetudine della cattedra e non sentiamo il bisogno di "dimostrare" a coloro che ci combattono in malafede (e sono i più) il loro torto. Siamo uomini animati da uno spirito religioso e passionale che, nella lotta, non ci consente l'indugio paziente sul sillogismo e il contraddittorio obiettivo. Non ci curiamo di passare per violenti e irriflessivi. La statura morale, intellettuale, spirituale, dei nostri oppositori è talmente bassa, che discutere sul serio con loro, sarebbe un ritenerli degli di una considerazione che non meritano, innalzandoli al nostro livello.
E poi, qualunque scimmia occhialuta e burbanzosa è capace di "ragionare"; siamo troppo al di là di ogni gioco dialettico, noi, per apprezzare questa specie di masturbazione intellettuale, che non risolve mai nulla perchè ciascuno, per proprio conto, sa e può fare altrettanto, perchè ogni professore consumato nell'atmosfera libresca, ogni avvocato scaltrito nelle altalene tribunalizie, sa tenere in piedi quei fantocci di cartapesta che si chiamano "argomenti", fatti per difendere le ragioni più contraddittorie e sostenere le tesi più opposte.

mercoledì 29 giugno 2011

Jose Antonio Primo de Rivera

Lo stato nazionale nuovo, che è e sarà di tutti, totale e totalitario, attribuirà a se stesso, come destinazione propria, gli scopi di ognuno dei gruppi in cui si attua, riconoscendo nell'interesse generale l'interesse proprio, e promuovendolo.
La missione della ricchezza è, prima di tutto, elevar il tenor di vita della maggioranza. Se la maggioranza vien sacrificata ai comodi e lussi della minoranza, codesta missione è tradita.
Il lavoro è il titolo di dignità più autentico. Difender la dignità e il benessere di tutti i lavoratori, sarà quindi il pensiero ispiratore di tutte le cure e provvidenze statali.

mercoledì 22 giugno 2011

25 settembre 1943 - Discorso del Maresciallo Graziani

Ufficiali, soldati, marinai, aviatori e militi delle Forze armate d’Italia!
Popolo italiano tutto!
Assumo la dirigenza del Ministero della difesa nazionale nel periodo più tragico della nostra storia.
Chi vi parla è il Maresciallo d’Italia, il quale, durante la sua lunga vita di soldato, ha ampiamente conosciuto fortuna e malasorte, e, per le sue armi, il sole della gloria o l’ombra dell’ingratitudine.Adesso egli è stato chiamato dal destino a stríngere il pugno intorno alla spada per cancellare la macchia della vergogna, con la quale l’infedeltà e il tradimento hanno deturpata la bandiera d’Italia.La fase di ogni tradizione militare è il senso dell’onore.
Non il popolo italiano, e neppure le sue forze armate possono essere accusate di disonore e convinte di tradimento: è stato, insieme con la Casa Savoia, un uomo di nome Badoglio, che ha perso il diritto di chiamarsi ufficiale, avendo egli non soltanto tradito i nostri alleati germanici, nipponici e delle altre Nazioni impegnate con noi nella lotta comune, ma ha ingannato altresì tutto il popolo italiano con uno degli atti più disgustosi che la storia degli uomini abbia conosciuto nell’intero suo corso.
Un atto tale da compromettere tutto un popolo per generazioni e generazioni davanti al mondo, nel suo onore, nel suo credito e nella sua stessa capacità di contrarre nel futuro accordi ed alleanze.Il Maresciallo Badoglio dopo avere fino all’ultima ora del giorno 8 settembre assicurato le autorità germaniche della fedeltà alla alleanza e sulla continuazione della guerra a fianco di essa (e tutto questo quando giù l’armistizio era stato firmato dal giorno 3 settembre) ha lasciato che dal 3 al 9 gli anglo-americani completassero la distruzione di Napoli ed attuassero quella di Frascati.
Compiuta questa ultima azione criminale (i 6000 morti di Frascati lo accusano) la notte sul 9 è fuggito ignominiosamente trascinando nella sua rovina il Re – e con lui sono fuggiti tutti i capi militari complici – abbandonando il loro posto di comando e di responsabilità.
Badoglio per la paura fisica della sua persona, non ha neppure compiuto il gesto burocratico di lasciare investito un qualsiasi Capo militare di assumere la direzione di quelle operazioni contro i germanici che chiaramente indicava con la subdola frase compresa nel suo proclama: «combattere contro tutti coloro che avessero attaccato le nostre forze ».Ad altri non poteva certo riferirsi.
Ha lasciato così nell’anarchia e nel caos le forze armate che nelle tragiche giornate del 9-10 e successive, senza guida, senza ordini, senza condottiero e capi, si sono dissolte, hanno abbandonato le armi, subendo così l’onta e la vergogna, conseguenza del disonore seminato da Badoglio sulla scia della sua sicura fuga.Chi non ricorda con orrore, o Romani e voi tutti cittadini di altre città, le tremende giornate del 9 e 10 settembre quando abbandonati a voi stessi, disarmate, indifesi, avreste potuto essere veramente vittima totalitaria ed olocausta dell’alleato tradito, se questo avesse realmente voluto vendicare col terrore il tradimento cui era stato soggetto?Questo terrore al contrario non fu attuato dai germanici ed ancora oggi è da precisare chi in una tale caotica situazione, abbia tirato il primo colpo là dove per istigazione di Badoglio si è realmente combattuto.Ma la reazione germanica al tradimento fu, al contrario, contenuta nei limiti minori possibili, in virtù della azione moderatrice del Fuhrer che così agiva solo per legami di amicizia e fedeltà che lo stringono a Mussolini e per la iniziativa di generosi comandanti, primo fra tutti il Maresciallo Caviglia, che adoperammo la nostra autorità ed influenza per ridurre al minimo il danno e sedare gli animi.
Ma l’abitudine di Badoglio a sabotare ed a tradire ha lontani e vicini precedenti da Caporetto ad oggi e saranno a suo tempo precisati agli italiani perché il falso idolo sia finalmente smascherato, denudato ed infranto.Più di una volta io ho dovuto personalmente constatare il sabotaggio che quest’uomo opponeva contro gli sforzi guerrieri dell’Italia Fascista, intesi a procurare pane e vita al nostro popolo: e ciò per criminoso spirito di intrigo e sete di potere.Nei messaggi di odio e di cecità, che egli ha testé indirizzato dal campo nemico alla nostra gente infelice trascinata da lui nella catastrofe, egli ha tentato di giustificare il suo obbrobrioso voltafaccia con lo sfavorevole andamento delle operazioni militari.Ma chi porta la responsabilità di tale sfavorevole andamento se non Badoglio stesso, che, quale Capo di Stato Maggiore Generale, nei 21 anni decisivi precedenti al conflitto dirigeva con piena responsabilità l’armamento della Nazione?E chi, se non lui, era il Capo dello Stato Maggiore Generale durante la preparazione e l’inizio della campagna in Grecia?E durante la prima fase della campagna in Africa Settentrionale?
Davanti alla storia e davanti ai nomi intemerati dei nostri commilitoni caduti per la grandezza d’Italia, io pronuncio perciò solenne accusa contro questo uomo che, abbandonandosi ad oscuri istinti ed a torbide influenze, ha la colpa della insufficiente preparazione delle forze armate d’Italia.Quando Benito Mussolini, il 25 luglio fu arrestato sulla soglia della casa del Re, contro ogni norma giuridica e contro ogni consuetudine civile, e deportato, Badoglio si affrettò a spargere la voce che ciò fosse stato fatto per dare la pace all’Italia.Era una menzogna.
Con disprezzo ed arroganza Churchill ha svelato al mondo, nel suo discorso ai Comuni, le singole fasi delle trattative segrete con Badoglio. Ne risulta chiaramente che questi non progettava un armistizio con la mèta della pace, ma con la mèta di continuare la guerra nelle schiere dei nostri nemici e contro le divisioni dei nostri alleati.I nostri soldati ancora combattevano, sanguinavano, morivano a fianco dei commilitoni alleati, e già era deciso e firmato che le nostre forze armate avrebbero dovuto, ad un dato momento, attaccare con frode quegli stessi commilitoni per poi continuare a spargere il proprio sangue, quali mercenari senza onore, sotto le bandiere dell’Inghilterra e degli Stati Uniti.Inaudita vergogna! E quanta miseria per liti nelle parole di Churchill.
Inaudita vergogna perché l’onore militare imponeva che si continuasse la guerra fino all’ultimo a fianco dell’alleata Germania e che la resistenza fosse protratta ad oltranza, cadendo se occorreva, ma con onore, per poter ripetere il motto storico di Francesco I: « Tutto é perduto fuorché l’onore », sommo patrimonio per le Nazioni e per gli uomini.Ma Badoglio che ha trascinato alla rovina il popolo italiano, tenta ora di infamarlo gettando su di esso la colpa per la pressione subita dal concluso armistizio.Non é vero che il popolo abbia voluto una così infamante resa incondizionata.Io ne rivendico la dignità mai smentita.
Il popolo unanimemente afferma che se un armitizio doveva concludersi, ciò avrebbe dovuto farsi quanto mai al primo giorno della caduta del Governo Fascista. E concludersi secondo le leggi internazionali d’accordo con gli Alleati, denunziando lealmente ad essi la nostra impossibilità a continuare la lotta, e tutto il mondo ci avrebbe compreso.Perché Badoglio non ha fatto questo?
Perché colpevole principale del complotto che portò alla caduta di Mussolini, Badoglio asserragliato nella sua sontuosa villa, avuta in omaggio proprio dal Fascismo, tremò di paura per il timore che una mano vindice lo colpisse a seguito di qualche indiscrezione.Tramò nell’ombra la resa infame, avvelenò l’animo del popolo portando alla ribalta un Governo bolscevizzante per narcotizzarlo ed addormentarlo durante i 45 giorni del suo malefico potere.Infine egli concluse nell’oscurità il patto disonorevole per tutto il popolo italiano, e da quel momento pensò solo, secondo il suo vecchio ed abusato stile, a sottrarsi al pericolo con la fuga, lasciando dietro di sé la rovina ed il caos.
Questo é quanto afferma il popolo italiano, né si illuda il Maresciallo Badoglio di poterlo ulteriormente ingannare con la sua blaterazione radiofonica.Ormai il falso profeta é smascherato dai fatti.E sappia che il popolo italiano conosce perfettamente che é da lui gettato nella guerra civile e fratricida, la quale inesorabilmente dovrà esplodere dal momento in cui egli ha affiancato le forze armate dell’Italia meridionale a quelle anglo-americane.Combatteranno perciò i fratelli contro i fratelli, sarà sparso il sangue comune sul corpo martoriato della Patria, l’orrore della guerra civile dopo secoli di fratellanza italica, tornerà ad insanguinare le zolle della Patria per sua colpa?E quei prigionieri che hanno tanto sofferto nei lontani campi dell’India, della Rodesia, del Kenia, del Tanganica, ecc., sono oggi soggetti alla sua azione di negriero arruolatore per costituirne milizie a pro del nemico.
Camerati tutti dell’Italia meridionale, e voi tutti che soffrite nella prigionia, non aderite alla parola infame di questo traditore, ma al contrario sabotatene l’opera malefica.Il sangue ricadrà su lui che un giorno infallibilmente sarà colpito dalla nemesi che dovrà annientarlo.Per crearsi ulteriori alibi Badoglio sosteneva ancora essere, stato l’atteggiamento della Germania, dopo l’armistizio, a costringere l’Italia ad attaccarla.
Ma anche su questo punto lo stesso Churchill é di opinione diversa. Egli ci svela infatti che divisioni di. paracadutisti angloamericani, in collaborazione col traditore, avrebbero dovuto occupare Roma e che soltanto la prontezza delle truppe germaniche, nell’assumere il controllo degli aeroporti italiani, impediva la esecuzione di tale piano, già deciso assai prima che la Germania potesse sospettare le trattative dell’armistizio. Ma allora basta: su quest’uomo il popolo italiano e tutto il mondo hanno ormai anticipato quello che sarà il tremendo giudizio della storia.
Camerati, é con dolore e tristezza che io devo notare come anche il Re e la sua Casa non possano salvarsi in questa drammatica e disonorevole crisi. Gli annali millenari del popolo italiano non conoscono infatti un Re, né un Principe, i quali nell’ora del rischio abbiano abbandonato la loro gente ed i loro soldati per rifugiarsi presso il nemico.I disertori, a qualunque rango appartengano, non hanno più alcun diritto di chiedere ad altri fedeltà e seguito.E’ perciò il Re stesso che col suo atto ha distrutto il giuramento che a lui prestammo con purezza di cuore e lealtà di carattere ed al quale abbiamo tenuto fede in tante gravi contingenze per la Patria.Il Re ha così distrutto le forze armate di cui pure fu comandante supremo, lasciandole senza guida in un mondo di gigantesche lotte fra le potenze.Non solo materialmente egli ha perciò posto queste forze a disposizione delle potenze straniere, ma ha minato alle basi quei sentimenti di onore, senza i quali nessun esercito può esistere e durare.A tutto ciò si contrappone la volontà vitale di tutto il popolo italiano, la fierezza di ogni soldato, degno di questo nome.
Pienamente consapevole della mia responsabilità nazionale e personale, io vi chiamo, camerati, a collaborare.Senza riguardo ad interessi personali o a speculazioni politiche, col coraggio della convinzione e con la virtù degli animi, noi dobbiamo riconquistare all’Italia la purezza dell’onore popolare, patrimonio preziosissimo della razza, il Combattimento ed il lavoto, non il tradimento e la infedeltà, restituendoci la nostra indipendenza e la nostra integrità territoriale.Ed é per questo, solamente per questo, che io offro tutta la mia vita entrando a far parte del nuovo Governo.lo vi garantisco che nulla vi sarà chiesto che non serva a conseguire tale méta, e che la sicurezza e la calma verranno ristabilite.
Inquadratevi perciò volontariamente nel fronte nazionale e popolare di un Fascismo repubblicano liberato da ogni scoria di ambizioni e di cupidigie personali.Sotto la guida del Duce, che già una volta ha salvato l’Italia dal naufragio dell’anarchia, riprenderemo insieme la lotta contro la decomposizione, la degenerazione ed il tradimento, contro gli aizzatori ed i sabotatori di ogni specie.Ripristinando l’onore, metteremo mano alla costituzione delle nuove milizie del popolo italiano, giovani, modernamente armate, idealmente partecipi di una fede e di una volontà.Ufficiali e soldati, ancora una volta il destino vi offre una possibilità e vi schiude le porte. La vostra risposta deciderà sulla sorte delle generazioni venire.Con l’aiuto di Dio e con la purezza dei nostri cuori, noi supereremo vittoriosamente la prova.
Viva l’Italia!

sabato 18 giugno 2011

comunicato MFL-PSN ASTI

È stata attentamente valutata con legali di fiducia la possibilità di ricorrere contro l’esito delle elezioni amministrative nel Comune di Roatto (AT) e le ragioni di ciò sono ben esplicate nella lettera che il Movimento Fascismo e Libertà-Partito Socialista Nazionale ebbe l’ardire di inviare agli elettori del Comune in questione (che per completezza dell’informazione qui pubblichiamo). A ciò si aggiunge l’esito vero e proprio dell’urna che ha visto il MFL-PSN non conquistare un seggio in comune per soli 3(!) voti, a fronte di 8 schede considerate nulle dal presidente di seggio.
Avremmo avuto tutte le ragioni per poter presentare tale ricorso ed ottenere il riconteggio di tutti i voti, ma siamo stati avvertiti del fatto che, qualora avessimo avuto torto (nell’esito finale), il giudice avrebbe potuto condannarci al risarcimento delle spese legali delle controparti (cifra minima paventata tremila euro).
Ora, tenuto conto che in un sistema mafioso e massone creato ad arte per proteggere padroni, servi ed amici dei padroni alla fine vince sempre il dio denaro, il MFL-PSN ha dovuto rinunciare solo ed esclusivamente per ragioni economiche e di mancanza di fondi per poter affrontare l’eventualità sopra esposta.
Ci dispiace.
E ci dispiace non tanto per la mancata elezione di un consigliere comunale, ma per l’impossibilità di dimostrare a tutta la cittadinanza quanto sia stato sporco il gioco attuato per estromettere il MFL-PSN.
Ci preme sottolineare solo una cosa: così pensano di averci eliminato… balle! Torneremo più forti e li costringeremo ad andarsene, da Roatto e dal resto del Paese.


Emiliano Calemma
Capo Provincia Asti MFL-PSN


ps: un doveroso ringraziamento va al Segretario Nazionale del MFL-PSN Carlo Gariglio per il continuo impegno in tutte le iniziative intraprese sul territorio astigiano e a tutti coloro che hanno attivamente sostenuto la campagna elettorale a Roatto.

lettera agli elettori di Roatto (AT)

Pubblichiamo qui di seguito un estratto della lettera che spedimmo agli elettori di Roatto nel bel mezzo della campagna elettorale:

(…)
Mi permetto di rubarle qualche minuto del suo tempo prezioso per dirle due parole sul movimento che mi onoro di rappresentare e sulla mia persona, dato che gran parte della stampa locale ha tranquillamente ignorato la nostra denuncia riguardante le gravi irregolarità riscontrate nella presentazione dei una lista a noi avversa.
Desideravamo soltanto esercitare i diritti che la Costituzione sancisce per tutti i cittadini, ma ancora una volta ci siamo scontrati con i meccanismi mafiosi grazie ai quali certa politica locale si perpetua. Cosa è accaduto? Certamente già lo saprà, essendo Roatto un piccolo centro ove difficilmente certe porcherie restano segrete…
Il giorno 16 aprile, alle ore 11:00, mi sono recato presso il Municipio di Roatto per depositare la lista dei candidati MFL; i dignitari locali, come loro costume, avevano già preso squallidi accordi sottobanco per creare una lista unica, al fine di spartirsi tutti i posti disponibili in Consiglio Comunale
sia per quanto riguarda la maggioranza, sia per quanto riguarda la cosiddetta "opposizione".
Tale comportamento, che non esito a definire mafioso, è volto ad eliminare del tutto la presenza di una vera opposizione, ovvero di quanti dovrebbero svolgere una funzione di controllo e denuncia di eventuali atti scorretti della maggioranza. Presentando la lista del MFL, abbiamo messo in pericolo i giochetti e gli squallidi maneggi dei politicanti locali; la nostra sola presenza rischiava di valerci 3
consiglieri comunali di opposizione… Cosa intollerabile per chi vuole avere le mani libere e senza controlli! Ecco, quindi, che prima delle ore 12:00, termine ultimo per la presentazione delle liste,
spunta fuori una seconda lista di paese… Che fantasia! "Insieme per Roatto" diventa "Uniti per Roatto", la Torre nel logo cambia colore, tre miserabili punti del programma della prima lista compaiono anche su quello della seconda, ed ecco realizzata la lista fantasma in meno di un’ora, grazie ad un vorticoso giro di telefonate partito dal Comune…
Magari proprio grazie a chi, secondo la Legge, dovrebbe avere "compiti di collaborazione e funzioni di assistenza giuridico – amministrativa nei confronti degli organi dell'ente in ordine alla conformità dell'azione amministrativa alle leggi, allo statuto ed ai regolamenti".Decida Lei, caro cittadino elettore: se è contento di continuare ad essere rappresentato da squallidi figuri che si prestano a simili giochetti mafiosi, non ha che da continuare a votarli. Altrimenti, quest’anno ha finalmente l’occasione per schierarsi con chi combatte da sempre tutte le mafie.
(…)


Emiliano Calemma
Capo Provincia Asti MFL-PSN

mercoledì 8 giugno 2011

aggiornamenti elettorali MFL Asti

Il Movimento Fascismo e Libertà-Partito Socialista Nazionale intende rivolgere ai propri elettori di Roatto (AT) un vivo ringraziamento per il voto espresso a suo favore nelle recenti elezioni amministrative, che con il raggiungimento del 6,22% di preferenze, ha fatto registrare un eccezionale risultato.
Soltanto le subdole manovre di certi politicanti mafiosi hanno impedito al MFL-PSN di sedersi in Consiglio Comunale.
La fiducia riposta nel nostro partito è figlia dell’ideale che rappresentiamo e dello spirito di coerenza che ci contraddistingue. Da sempre difensori della democrazia corporativa e dell’intransigente lotta contro capitalismo e marxismo, continueremo a combattere per realizzare la necessaria rivoluzione radicale e completa dell’intero apparato statale, le cui deficienze sono davanti agli occhi di tutti: dal Parlamento di Roma fino all’ultima delle amministrazioni locali.
Questo risultato ci incoraggia a proseguire indomiti nella nostra battaglia: la stagione degli intrallazzatori di mestiere ha le ore contate.
Rinnovandovi il nostro ringraziamento per la fiducia accordataci, vi invitiamo a lottare con noi per il cambiamento e ad aderire al Movimento Fascismo e Libertà-Partito Socialista Nazionale!

Emiliano Calemma
Capo Provincia MFL-PSN Asti